STOP ALLE CATENE PIRAMIDALI COMMERCIALI ! !
Si chiamano vendite piramidali e promettono grossi guadagni. Ma vale solo per i vertici della piramide. Per gli altri costi e rischi. Finalmente la legge dice basta, qualche commerciale “no limits” ha tentato anche di nobilitarlo ribattezzandolo “multilevel marketing”, ma la sostanza resta sempre la stessa: il sistema è una truffa o, a voler esser generosi, un investimento molto poco redditizio. Dopo alcuni casi clamorosamente smascherati, il legislatore si è finalmente mosso per disciplinare la materia e tentare di distinguere, appunto, le tecniche di vendita “audaci” ma legali dalle ipotesi palesemente criminose. Una distinzione per la verità non sempre facile. Il provvedimento tanto atteso si chiama "legge Ruzzante" dal nome del suo relatore ( http://gazzette.comune.jesi.an.it/2005/204/1.htm ) ed è stato approvato dal Parlamento nell' estate 2005. Prende in considerazione alcune vendite “atipiche”, come le vendite a domicilio, regolando la materia e rendendo obbligatori alcuni strumenti di garanzia per l’acquirente, primo fra tutti il tesserino di riconoscimento. Ma il vero bersaglio della legge sono le vendite piramidali, le famigerate “catene di S. Antonio” fatte unicamente per coinvolgere altre persone nella vendita. Il testo legislativo parla chiaro: “Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere”.Le pene previste vanno da 6 mesi a 1 anno di reclusione e da 100 a 600 mila euro di multa.
UNA REAZIONE A CATENA PERICOLOSA
Il meccanismo non è nuovo, ma è stato decisamente potenziato dalla diffusione di Internet e della posta elettronica, vero habitat naturale per le catene di S. Antonio. Molte di queste in realtà si limitano a diffondere falsi appelli e informazioni, intasando le caselle di posta e trasformando in spammer gli ingenui diffusori dei messaggi. Altre invece fanno danni più gravi. E’ il caso appunto delle cosiddette vendite piramidali dove la concatenazione esponenziale ha a che fare con l’acquisto di merci e quindi con l’esborso di denaro.
COME FUNZIONA IL MECCANISMO
Normalmente se un’azienda vuole commercializzare un suo prodotto deve appoggiarsi a una rete di vendita, sostenendo costi di struttura, promozionali ecc. Inoltre il prodotto deve avere un valore commerciale (utilità, buona qualità, prezzo conveniente) senza il quale il mercato - cioè il consumatore finale - lo respingerebbe in breve tempo. Com’è possibile allora vendere prodotti pressoché inutili e guadagnare molto? Basta “allontanare il mercato”, cioè far sì che il prodotto non sia venduto a chi effettivamente lo utilizzerà ma a qualcuno che a sua volta lo rivenda a un altro. Si crea così una catena di vendite nelle quali i livelli superiori guadagnano delle provvigioni sulle vendite di quelli inferiori. Non è difficile immaginare che il margine provvigionale si assottiglia in fretta fino ad azzerarsi nell’arco di pochi passaggi.
UN ESEMPIO
Un’azienda produce 800 pezzi di un determinato prodotto con un costo di 10 centesimi al pezzo. Avvia una vendita piramidale reclutando due venditori “di primo livello” (limitiamo il numero per semplificare, ma nella realtà i reclutamenti sono molto più allargati) ai quali vende 400 pezzi ciascuno a 2 euro al pezzo. L’azienda incassa quindi da ciascuno 800 euro per un totale di 1.600 euro.Ognuno dei due venditori rivende a sua volta i propri pezzi ad altri due venditori “di secondo livello” sempre a 2 euro al pezzo, cioè senza un effettivo margine sulla vendita - e qui sta l’anomalia sanzionata dalla legge - bensì guadagnando solo una provvigione dall’azienda produttrice (per ipotesi del 10%, equivalente a 40 euro).Ciascuno dei quattro venditori di secondo livello piazza (o tenta di piazzare) a dei venditori “di terzo livello” i suoi 200 pezzi e guadagna una provvigione (più bassa) dal venditore di livello superiore. E così via. Il fatto è che quasi sempre il malcapitato che entra nel meccanismo di vendita non sa a che livello si trova.Insomma chi è al vertice della piramide guadagna molto senza particolare sforzo se non quello di trovare il primo livello di venditori; il livello successivo guadagna poco a fronte di un investimento nell’acquisto talvolta ingente; ai livelli inferiori nella migliore delle ipotesi si va in pari, se non addirittura si perde il capitale investito ritrovandosi in mano dei prodotti invendibili.
Angelo De Marinis
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